Una passione che abbraccia presente, passato e futuro

Sono arrivata a Miami con una valigia piena di sogni e speranze, pronta a vivere il mio American Dream. Ogni giorno era una sfida e una scoperta che mi ha insegnato la resilienza e la determinazione; ho colto ogni opportunità per crescere, ed eccomi qua, anni dopo, con un bagaglio di vita e di emozioni che porterò sempre con me.

Spero i miei vissuti possano ispirare altri ragazzi a vivere il loro sogno e a scoprire il mondo, proprio come ho fatto io.

Ho vissuto per 6 mesi con una fantastica famiglia tica in Costa Rica, non troppo distante dal Mar dei Caraibi. Lì è nata la mia passione per le lingue, la mia curiosità verso le culture di tutto il mondo e il mio impegno nell’ambito della mobilità internazionale giovanile.

Oggi ho la fortuna di trasmettere quelle emozioni e gli insegnamenti che ne sono derivati ai nostri studenti, e permettere loro di aprire gli occhi e il cuore alle mille occasioni che troveranno lungo la via. ¡Pura Vida!

Ho vissuto in Oregon, USA, con la mia famiglia ospitante, per "soli" 301 giorni, che hanno avuto per me lo stesso valore di una vita intera.

In poco meno di un anno ho imparato di più sul mondo, su me stessa, sulle cose che mi stanno a cuore e su quelle di cui non mi importa che in tanti altri anni più canonicamente "formativi".

Non c’è stato giorno da quando sono rientrata in Italia in cui io non abbia sfruttato il bagaglio di esperienze del mio anno all'estero.

Sono atterrata a Tampere, in Finlandia, il 7 gennaio 2002 su una pista aerea coperta di neve. Erano le 15:30 e ho visto il tramonto dal finestrino. Aperto il portellone dell’aereo, l’aria entrata nelle narici mi si è subito gelata in viso.

Mi sono accorta all’istante che ero arrivata in un altro mondo, nonostante fosse a sole 3 ore di volo dall’Italia. Adattarsi alle basse temperature e alle ore di buio in inverno e di luce in estate non è stato facile, ma mi ha insegnato che la vita può essere vissuta in molti modi diversi.

Ho lavorato a Melbourne in una scuola superiore accogliendo exchange student, poi la mia strada ha incrociato WEP e ho invertito la rotta. Oggi guido i ragazzi internazionali durante il loro programma scolastico in Italia.

Ho vissuto un anno nel deserto della California: gli allenamenti di nuoto all’aperto a febbraio, due fratellini ospitanti in casa e le tempeste di sabbia mi hanno insegnato che la flessibilità è una caratteristica che si sviluppa grazie al tempo e alle esperienze.

La cosa più importante che ho imparato è stata del tutto inaspettata: gestire la noia. Nei "momenti di attesa" (banalmente, del bus) ho pensato, elaborato e interiorizzato l’esperienza che stavo vivendo.

Poco dopo il mio arrivo a Christchurch, nell’Isola del Sud, con la classe di "Outdoor education" sono partita per una gita sul Monte Cook completamente innevato, con zaino e ciaspole. Con altre quattro ragazze ho scavato una snow cave praticamente perfetta, nella quale abbiamo passato un’ottima nottata.

Questa sfida ha dato una svolta cruciale alla mia vita: in un contesto completamente nuovo, ho trovato conferma delle mie risorse davanti all’inaspettato. Ho imparato ad avere fiducia in me, per sempre.

Ho vissuto 10 anni all’estero, ogni anno in una città diversa. Tutto è iniziato dalla prima avventura in Brasile fatta con WEP: da lì non mi sono più fermata. Viaggiare mi aiuta a capire quali sono le cose importanti da tenere in valigia e quelle da lasciare a terra per sentirmi più leggera.

Il viaggio è scoperta di nuove culture e tradizioni, ma soprattutto di me stessa. Ogni 10 metri il mondo cambia e io con lui. Nel mio lavoro in WEP, cerco di trasmettere l’entusiasmo che si nasconde dientro un nuovo inizio.

La " teranga" ovvero la gioia, la cura verso l'ospite, il sorriso e la condivisione mi hanno rapito così tanto da decidere di passare quasi due anni in Senegal! Tra baobab e terra rossa ho imparato un po’ di wolof e danza africana.

Sono passati 10 anni, ho fatto tante altre esperienze all’estero, ma questa è quella che mi ha cambiato di più. Conoscere ciò che è diverso è l’unico modo per non averne paura. Questo è il mio augurio più grande a tutti i ragazzi in partenza.